
Il parco dei Monti Aurunci e i suoi Tesori gastronomici
Il Parco dei Monti Aurunci può essere definito un “balcone” naturale che da 1400 metri di quota si protende verso il Mediterraneo, offrendo una visuale sui golfi di Gaeta e di Ter-racina e il promontorio del Circeo, sul Golfo di Napoli, l’isola di Ischia e l’arcipelago delle Isole Ponziane.
Il paesaggio è caratterizzato da vasti boschi di faggio, cerro e leccio sulle quote più elevate, mentre sui versanti collinari si possono trovare vaste aree coltivate con i tipici terrazza-menti a olivo e a vigneto. Dal punto di vista botanico gli Aurunci rappresentano una delle aree più interessanti del Lazio, poiché si configurano come punto di transizione tra gli Appennini centrali e quelli meridionali. Quest’area è caratterizzata da una particolare ten-sione biogeografica, che vede specie meridionali giungere qui al loro limite settentrionale di distribuzione, e viceversa, specie settentrionali avvicinarsi al loro limite meridionale lungo la penisola. L’eccezionale valore floristico del Parco è dovuto principalmente alle or-chidee, la cui presenza conta oltre 50 specie, a cui si sommano una ventina di ibridi natu-rali. Le pendici meridionali degli Aurunci che si affacciano sul mare si contraddistinguono per la presenza di specie tipiche della macchia mediterranea tra cui ampelodesma, gine-stre, lentisco, mirto e corbezzolo. Il Parco degli Aurunci è caratterizzato inoltre da una fauna ricca e diversificata, con la presenza di alcune specie molto rare, tra cui oltre 120 specie di uccelli, molte delle quali nidificanti.
Il paesaggio dei Monti Aurunci ha subito una lenta e graduale trasformazione dovuta alle attività antropiche, le cui opere hanno modellato il territorio lasciando tracce ancora am-piamente visibili. Basti pensare ai terrazzamenti e i muri a secco, detti macere, realizzati per la coltivazione di uliveti e vigneti. I saperi e le pratiche connesse alle attività agro-pastorali che storicamente hanno modellato e attivato le risorse di questi luoghi sono an-cora oggi il vero presupposto per il “presidio” della biodiversità in un sistema territoriale di grande pregio ambientale. I prodotti alimentari legati alla tradizione agro-pastorale sono la testimonianza più evidente e significativa di un territorio ricco e diversificato, che può vantare la presenza di veri e propri tesori gastronomici, tra cui la Marzolina, un formaggio di capra recentemente divenuto presidio Slow Food; l’Olio Extravergine DOP Colline Pontine prodotto con la cultivar Itrana, da cui hanno origine le celeberrime Olive di Gaeta; il Vino Cecubo, conosciuto già in epoca romana e cantato da numerosi autori del passato; la Salsiccia al coriandolo dei Monti aurunci, il Peperone “Corno di bue” DOP di Pontecorvo; il Miele dei Monti Aurunci; il Vitellone Aurunco e un’antica varietà di grano tenero chiamata Grano Serena.